Tutela della donna sostegno alla maternità

Si offre accoglienza a donne prive di sostegno affettivo e logistico che vivono il periodo della maternità, del parto e del puerperio, dando loro sostegno, accompagnamento e aiuto per progettare il futuro.

Scroforio (RC). Casa Famiglia “Il Seme della Speranza”

Storia e caratteristiche

La Casa è stata inaugurata e ha iniziato ad aprirsi all’accoglienza il 12 settembre 1998, offrendo il proprio servizio a ragazze madri e donne in difficoltà. Nel 2001 ha ottenuto, (art. 19, 20 e 32 LR. 5/87, Regione Calabria) l’autorizzazione al funzionamento e l’iscrizione all’Albo Regionale come struttura per l’accoglienza temporanea di donne in difficoltà, gestanti e/o con figli.

Nata dalla volontà della Diocesi di Oppido-Palmi, che ha coinvolto la Comunità Emmanuel nella sfida di «offrire al territorio un servizio per le donne in difficoltà e di supporto alla vita nascente», trova collocazione all’interno dei locali della vecchia canonica, restaurati e resi idonei alle finalità perseguite.

Inizialmente, per le attività interne, il servizio è stato affidato alle “Piccole Ancelle del Sacro Cuore di Gesù”. È stato aperto da una suora, successivamente affiancata da due volontari, in condivisione piena della vita delle persone accolte.

La Casa ha dimensioni e caratteristiche funzionali e organizzative orientate al modello relazionale della famiglia, con capienza non superiore a otto unità – comprendendo sia le donne che i loro bambini – tale limite, tuttavia, può essere derogato in situazioni di emergenza.

Oggi, attraverso personale qualificato e mediante progetti personalizzati, in un clima educativamente significativo, il servizio cerca di rispondere tempestivamente a situazioni di bisogno, garantendo il soddisfacimento dei bisogni primari – vitto e alloggio – e offrendo sicurezza e tutela per 24 ore al giorno e per tutto l’anno. Fa parte del settore Famiglia e Minori della Comunità Emmanuel e, come tale, si coordina con il Centro Ascolto, la segreteria, l’economato e l’équipe del settore nel suo insieme.

Il servizio e l’équipe

Il servizio mira alla implementazione e allo sviluppo del benessere individuale, familiare e sociale delle donne prese in carico e dei loro bambini. Poiché si propone come una struttura residenziale per l’accoglienza di donne prive di sostegno affettivo e logistico che vivono il periodo della maternità, del parto e del puerperio, tra le azioni poste in essere propone il superamento delle condizioni di disagio, l’accompagnamento e il sostegno alla donna soprattutto nella fase delicata della gestazione; l’individuazione e il potenziamento delle risorse di cui esse stesse sono portatrici e empowerment individuale e familiare.

Attraverso la promozione di azioni mirate e di progettualità specifiche, le donne accolte sono orientate a vivere la loro permanenza nella Casa Famiglia come un momento di crescita personale e di raggiungimento del loro migliore e possibile livello di benessere individuale sebbene il rientro nella realtà sociale di provenienza resta l’obiettivo prioritario di ogni intervento, per esso, infatti, si lavora, fin dalla presa in carico, cercando di ridurre il più possibile, là dove sia possibile, la necessità di permanenza nella struttura.

La domanda di inserimento nella struttura è inoltrata al Comune di residenza dell’accolta che provvede all’iter procedurale per la valutazione del bisogno; completata l’istruttoria, lo stesso Comune adotta e inoltra l’atto amministrativo di accoglienza, ai fini dell’adozione del definitivo atto di autorizzazione all’ospitalità. Per motivi urgenti, le procedure di accoglienza possono essere derogate su disposizione dell’Autorità di Pubblica Sicurezza.

La fase di prima accoglienza – che varia a secondo del bisogno – è dedicata a un periodo di osservazione; in questa fase nei riguardi dell’accolta si attivano relazioni di vicinanza affettuosa e si monitorano e documentano le loro condizioni fisiche, psico-affettive e relazionali anche attraverso, qualora se ne rileva la necessità, consulenze di tipo specialistico. Sulla base dei dati raccolti, infine, si formula il Piano di Assistenza Individuale.

Per i minori, l’équipe pedagogica valuta la necessità di predisporre un Progetto Educativo Individuale (PEI) che prende in considerazione gli aspetti sanitari, affettivo-relazionali, di autonomia e di apprendimento. Sia per le donne, sia per i minori, l’intervento è concepito in maniera dinamica, flessibile, in grado di mettere a loro agio gli accolti anche attraverso gli spazi, pensati come funzionali a ritmi e tempi favorevoli alla libera espressione di bisogni e potenzialità.

L’ultima fase dell’intervento prevede il ritorno nella realtà di origine dell’accolto se le condizioni lo permettono, o un’alternativa ad essa, dopo un adeguato monitoraggio del rispetto delle necessità della persona e delle possibilità di proseguire nella realizzazione del suo progetto di vita. Per un tempo, definito in base alla necessità, l’équipe pedagogica continua a seguire la persona nel suo processo di reinserimento e rimane in contatto costante con i Servizi invianti dalla presa in carico all’inserimento.

Il servizio di avvale di un’équipe multiprofessionale composta da una coordinatrice responsabile, due educatrici, un assistente sociale, uno psicologo, e due oss. Prezioso è anche il contributo di operatori volontari che, nello stile Emmanuel, offrono il loro servizio mettendo vita-con-vita con le persone accolte.

Le attività

In un clima che privilegia la persona, le relazioni e il dialogo tra operatori, accolti e loro famiglie d’origine, si offrono attività di tipo ricreativo e culturale, di organizzazione del tempo libero; di coinvolgimento nella gestione della vita della casa e, per coloro che lo desiderano, di formazione umana e spirituale. Una particolare attenzione è riservata ad attività che mirano al sostegno della puerpera dopo il parto e all’acquisizione delle competenze di accudimento del bambino in tutte le sue fasi di crescita compresa la presa di coscienza della responsabilità necessaria al ruolo di madre.

Con personale proprio, o attraverso il personale del Servizio Sanitario Nazionale, agli accolti si garantiscono, inoltre, assistenza sanitaria generica e specialistica e assistenza psico-pedagogica.

Sul territorio tra criticità e attenzione

Le nuove normative richiedono una serie di requisiti strutturali, necessari per continuare a offrire il servizio e prevedono che siano i Comuni capofila dell’Ambito Territoriale a stipulare convenzioni e a provvedere ai bisogni economici delle strutture di accoglienza. Il servizio, dal canto suo, se, da un lato, nel corso dell’anno, ha provveduto all’adeguamento strutturale, dall’altro ha dovuto fare i conti con difficoltà economiche legate ai ritardi accumulati nell’erogazione dei contributi.

All’interno di questo contesto, il Servizio ha aperto un dialogo con il Comune del territorio di appartenenza con l’obiettivo di superare le difficoltà di tipo burocratico e amministrativo, tale dialogo ha permesso anche di realizzare attività formative e ricreative indirizzate ai minori accolti nella Casa. Un riscontro positivo, dunque che, nel corso dell’anno, ha favorito anche un positivo coinvolgimento di altre associazioni – la Camera Minorile di Palmi e due organizzazioni di volontariato – con le quali sono state avviate significative collaborazioni.

L’attenzione del territorio rispetto al servizio offerto presso la Casa Famiglia è ulteriormente cresciuta grazie anche alla testimonianza di un’accolta che ha raccontato le violenze e gli abusi che ha subito dal compagno e che ha potuto superare grazie all’accoglienza ricevuta; la sua testimonianza ha generato visite nella struttura, donazioni, regali e gesti di solidarietà nei confronti di tutti gli accolti e un impegno da parte di molte persone che si sono impegnate a sostenerli nella fase del reinserimento sociale e lavorativo.

Un altro esito positivo è scaturito dalla partecipazione della responsabile della Casa a un evento organizzato nelle scuole del territorio in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, la lettura di alcune poesie scritte da una donna e un minore accolti hanno permesso ai partecipanti di entrare nel dolore e nella disperazione di chi subisce violenza e la necessità, aiutati, di elaborare quel vissuto doloroso.

… Quel vissuto di dolore

Le donne accolte negli ultimi anni spesso hanno subito esperienze traumatiche, in alcuni casi ci sono stati veri e propri sequestri durati per lunghi periodi e sbloccati solo con l’intervento delle Forze dell’Ordine. Anche i bambini accolti hanno subito incuria, maltrattamenti, abusi fisici, sessuali e psicologici. Sia le donne, sia i bambini, al momento della presa in carico, portavano i segni di quei traumi che ne avevano minato profondamente la salute fisica e l’equilibrio psicologico. Aiutarli non è facile! Sono necessari interventi molto rispettosi e altamente qualificati, che richiedono formazione costante e specializzata: ed è questo che gli operatori del “Seme della Speranza” progettano e vogliono realizzare nel prossimo futuro.

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Tra tradizione e innovazione

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