Gestire la complessità, favorire la partecipazione
I servizi per le dipendenze, all’interno della Comunità Emmanuel, sono numerosi e diversificati, l’accoglienza rimane per tutti l’attività prioritaria, ma la loro organizzazione e gestione richiede un grande sforzo umano e di coordinamento.
Lecce. Centro Base “Villa Marsello”
Una premessa: il contesto e l’organizzazione
Il settore è operativo attraverso 18 centri residenziali per le poli-dipendenze dislocati su 6 regioni italiane – Basilicata, Campania, Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia – e su 4 province pugliesi –Bari, Brindisi, Taranto, Lecce. Sono inoltre operativi tre centri di “prima accoglienza” non residenziali a Taranto, Napoli-Scampia e Reggio Calabria.
Nel corso del 2024 ha accolto mediamente 230 persone al giorno in residenziale per un percorso di riabilitazione e diverse centinaia di persone – di queste non è possibile quantificare puntualmente tutti i servizi e le prestazioni erogate – sono seguite in forma non residenziale e attraverso percorsi di reinserimento socio-lavorativo e/o interventi di prevenzione.
All’interno del settore, un ruolo essenziale è svolto dall’Ufficio Tecnico, dalla Segreteria Generale, dalla Segreteria della Sanità, dal Servizio di Contabilità Clienti, dall’Ufficio di Contabilità Generale e dall’Ufficio del Personale.
Non si registrano grosse modifiche nella struttura complessiva del servizio, sono rimasti sostanzialmente stabili il numero e la dislocazione delle sedi, come anche l’organizzazione complessiva – che si si è stabilizzata attraverso gli uffici e i servizi centrali e i coordinamenti territoriali – ciò, tuttavia, non significa stagnazione, in ogni sede e servizio, infatti, si è registrato un grande dinamismo che risulta difficile riproporre in poche pagine.
Un focus particolare è bene riservarlo al personale in servizio: nel corso dell’anno si sono registrate alcune cessazioni per pensionamento, decessi e conclusione di rapporti di lavoro; sono state molto presenti anche nuove assunzioni – necessarie soprattutto a fronte dei requisiti richiesti dagli accreditamenti dei Centri – nel complesso si è rilevato un progressivo “invecchiamento” degli operatori che ha reso necessaria una specifica “politica di aggancio” delle nuove generazioni.
Le unità di vita e di servizio sono organizzate oltre che “verticalmente”, anche “orizzontalmente”; sui territori nei quali i Centri sono presenti e operano, sono attivi i Coordinamenti Territoriali – in Puglia: Lecce, Bari-Brindisi, Taranto; altri coordinamenti fuori dalla Regione Puglia sono Basilicata, Campania, Calabria e Lombardia-Piemonte.
Il servizio, nel suo complesso, è organizzato su tre livelli, il primo corrisponde a ciascuna sede operativa, attraverso di esso l’équipe del Centro è chiamata a programmare e attuare tutte le attività che afferiscono all’ordinario quotidiano; il secondo corrisponde al coordinamento territoriale, in esso si condividono temi e azioni che hanno rilevanza all’interno dell’area geografica in cui si espletano servizi specifici, ma comuni alla stessa area geografica; il terzo è realizzato attraverso l’équipe centrale di coordinamento, in essa si definiscono le linee strategiche complessive, si risolvono possibili problemi relativi a sedi e territori e si organizzano attività trasversali a tutti i Centri e servizi.
La rilevanza che, nel tempo, hanno acquisito l’Ufficio Tecnico, la Segreteria Generale, i Servizi di contabilità e l’Ufficio del Personale suggerisce la realizzazione di una struttura organizzativa intermedia, nell’anno è stata operata una riflessione sull’opportunità di suddividere ulteriormente tale “terzo livello” distinguendo le attività di pianificazione strategica da quelle di risoluzione di problemi contingenti e la creazione di un Ufficio Qualità, un Ufficio di Progettazione e Fund Raising e un Ufficio Formazione.
Il coordinamento centrale è composto da 6 persone con professionalità specifiche e diverse; il coordinamento allargato è composto da 12 persone che raccolgono i referenti dei vati ambiti territoriali; ogni Centro ha équipe composte da psicologi, pedagogisti, operatori di base, operatori notturni e volontari, tra questi ultimi un ruolo significativo è rappresentato da medici di medicina generale e specialisti.
Il territorio e le relazioni istituzionali
Negli ultimi anni, compreso il 2024, è cresciuta notevolmente l’importanza delle relazioni istituzionali in connessione con i processi di accreditamento delle strutture presso il Servizio Sanitario Pubblico. Tale crescita va posta in relazione anche con il tema dell’“amministrazione condivisa” che si sta affermando nell’ordinamento giuridico italiano, non a caso, infatti, la riforma del Terzo Settore prevede due istituti di assoluta novità che sono la co-programmazione e la co-progettazione, e ciò anche perché sta emergendo in maniera sempre più evidente che né gli enti pubblici da soli, né gli enti privati da soli possono dare risposte efficaci in materie complesse e articolate quali quelle del Terzo Settore, in generale, e per gli interventi connessi alle dipendenze patologiche, in maniera del tutto peculiare.
Detto questo è evidente che non è per nulla semplice far lavorare in sinergia soggetti che operano secondo modelli organizzativi, strutture operative e tempistiche totalmente differenti. Le esperienze più recenti, vissute proprio in Puglia, dimostrano che il problema delle relazioni istituzionali va affrontato in modo ampio, collegandolo al necessario superamento della diffidenza verso il rafforzamento degli uffici amministrativi e di comunicazione; “derive” delle politiche regionali hanno evidenziato infatti, soprattutto negli ultimi sei mesi del 2024, la necessità di strutturare strategie capaci, da un alto, di attivare, in modo competente e continuativo, i tavoli di lavoro, dall’altro di dare vita ad azioni legali, di lobby e mediatiche capaci di pungolare le istituzioni e la loro endemica incapacità di elaborare politiche realmente in linea con i bisogni del territorio e le esigenze dei servizi chiamati a rispondervi.
Al di là della regione Puglia, problematiche simili a quelle sopra accennate, si registrano anche in altre regioni nelle quali sono presenti le nostre sedi, da qui la necessità di avviare una riflessione approfondita per individuare risorse e strategie da dedicare alla costruzione di Reti e alle pratiche di collaborazione con gli enti di rappresentanza del Terzo Settore, in generale, e delle altre Comunità Terapeutiche in particolare.
Guardando al futuro
Per il futuro del servizio il tema della progettazione rappresenta uno snodo cruciale, una carenza dello stesso, infatti, non solo rende problematica la realizzazione di qualsiasi “innovazione” a fronte di una crescita di esigenze ormai impellenti, ma rende problematico anche l’ampliamento dell’offerta in risposta a bisogni che risultano sempre più diversificati e complessi, sebbene numerosi indicatori rivelano che vi sarebbero margini enormi per attivare servizi innovativi e veramente capaci di rispondere alle tante forme di dipendenza che affliggono fasce sempre più ampie di popolazione.
Altro tema cruciale per il futuro è la formazione; per essa è necessaria un’attenzione particolare, orientata al senso di appartenenza; al bisogno costante di aggiornamento su conoscenze, competenze e strumenti per la decodifica dei condizionamenti, delle condizioni e degli effetti degli stati patologici di dipendenza, e ipotesi “strategiche” orientate non solo agli operatori più “anziani “, ma anche e soprattutto ai tanti giovani che si avvicinano alla Comunità Emmanuel attraverso il Servizio Civile Universale (SCU) e ai tirocini formativi curricolari.
Per concludere
Il settore Dipendenze, per la sua estensione e per le risorse umane, tecniche ed economiche che, necessariamente – negli anni e per le esigenze del servizio – ha dovuto mettere in campo, da sempre, nella Comunità Emmanuel, rappresenta un servizio trainante. Sebbene in maniera ridotta rispetto al passato a causa di condizioni contingenti e non dipendenti dalla sua organizzazione specifica, anche nel 2024 si è delineato come tale, è una disponibilità che è stata sempre presente e che, limitatamente alle sue possibilità e capacità, intende rimanere immutata.

